Felicità e Sofferenza: la vita ha bisogno di entrambe



Perché siamo infelici?
I motivi sono sempre tanti e diversi, ed è difficile annoverarli tutti. O almeno questo è ciò che pensiamo sia vero. In realtà, l' infelicità origina dal fatto di non possedere la felicità tra le mani in ogni istante della nostra vita.
Dunque, siamo infelici perché inseguiamo qualcosa di impossibile. 
La felicità che cerchiamo, semplicemente non esiste.

LA METAFORA DEL BASTONE
Visualizziamo un bastone di legno: possiede due estremità, una destra e una sinistra. Spezziamolo in due: i pezzi ottenuti hanno, a loro volta, un' estremità destra e una sinistra. Spezziamo i due pezzi in legni più piccoli: otterremo stesse estremità. E così, all' infinito.
Cosa significa? Significa che non avremo mai un bastone una sola estremità, così come non avremo mai un' intera vita dove ci accadranno solo cose positive.

La sofferenza è legata alla felicità, ed entrambe si tengono per mano perché una genera l' altra, e l'altra vive per mezzo dell' una.
Ogni nostra azione può produrre diverse conseguenze su di noi, e su tutti gli altri.
Facciamo un esempio: acquistiamo un alimento, come una barretta di cioccolato. Noi siamo felici per il cibo ottenuto, il negoziante sarà mediamente felice, perché forse ha venduto sì, ma meno del giorno precedente; chi ha prodotto la barretta avrà forse una sensazione neutra al nostro acquisto; chi lo ha raccolto, invece, forse ha sofferto perché fatica ogni giorno raccogliendo i semi di cacao, percependo una paga così misera da non potersi permettere neanche il pasto della giornata.

NON C'È UNA VITA SENZA SOFFERENZA, NON C'È SOFFERENZA SENZA VITA
Non vivremo mai una vita senza sofferenza, senza dolore fisico ed emotivo, senza preoccupazioni, senza eventi che capovolgeranno completamente la situazione in atto: tutto è destinato a cambiare.
Basta guardarci intorno e comprendere che niente rimane immutato, dagli esseri viventi sino agli oggetti, per arrivare alle situazioni quotidiane nelle società degli Stati del mondo.

Prima accetteremo il fatto che il momento bello/brutto non sarà per sempre, prima comprenderemo che, per esser felici, sarà necessario gustare ogni attimo della nostra vita.

Stai vivendo un brutto momento? Prima o poi passerà.Stai vivendo un bel momento? Prima o poi passerà anche quello.

Il nostro errore sta nel legarsi troppo al momento bello, credendo sarà eterno, e odiare ogni secondo di vita in cui siamo vicini ad una situazione brutta, pensando andrà via immediatamente.
La sofferenza è un' evento molto utile: quante volte un genitore o una persona più grande ti ha ammonito dal perseguire certe azioni? Tante volte... E quante volte tu stesso hai avvertito gli altri di non perseguire altre azioni poiché dannose? Tante volte... E quante volte sei andato contro quei consigli, sbattendo la testa contro un (metaforico) muro, comprendendo, solo dopo, il tuo errore?

La sofferenza ci fa crescere, ci fa comprendere la vita, ci rende forti e capaci di affrontare le situazioni. Una vita senza errori e senza sofferenze non ci farà mai comprendere la vita. Certo, potremo anche non imparare dagli errori, ma non commetterli ed esser convinti di imparare la vita è come pretendere di comprendere un intero libro leggendo solo la sinossi.
La sofferenza è un modo per comprendere gli sbagli;
la felicità è un modo per esser ricompensato degli sforzi.

Le cose che dovremmo fare dovrebbero essere:
  • accettare l' esistenza della nostra sofferenza/felicità
  • comprendere le vere origini delle nostre sofferenze/felicità
  • agire sulle cause che le generano per far sì che:
    - la sofferenza non venga prodotta di nuovo, o venga prodotta in minore intensità
    - la felicità venga prodotta, e sia duratura

La nostra vita è come quel bastone di legno: per una parte ci vedrà felici, per l' altra ci vedrà tristi.
Curiamo l' estremità della felicità, e smetteremo di soffrire come facevamo sino a ieri.

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