#iorestoacasa ... non necessariamente per fare qualcosa



Una delle cose più belle viste in questa forzata quarantena, oltre all' impegno del personale medico, la beneficenza e l' aiuto reciproco, sono i video divertenti dove le persone se le inventano tutte per sdrammatizzare questa costrizione dello stare a casa, ridendoci sopra.

Ma... se, nella nostra abitazione, non stiamo lavorando, non dobbiamo pulire casa o far altri servizi, perché sentiamo necessariamente l' esigenza di far qualcosa?

Chiudiamo gli occhi, e respiriamo. Respiramo da soli (se siamo soli), respiriamo insieme al tuo partner, ai tuoi figli, ai tuoi animali. Respira.

UNA VITA... CORRENDO
Se ci pensiamo bene, passiamo tutto l' anno a correre a destra e a manca, a pensare a cosa fare in un dato momento futuro quando stiamo ancora facendo qualcosa che è iniziata minuti o ore fa: stiamo facendo qualcosa, ma pensiamo a cosa faremo dopo. Se fisicamente ci fermiamo, mettiamo in moto la mente, e corriamo, viaggiamo dal passato al futuro, avanti e indietro, senza fermarci mai: fisicamente fermi, ma con la mente in movimento.

Questi giorni potremmo utilizzarli per fermarci, fisicamente e mentalmente. No, la mente non può esser fermata. Se qualcuno (saggio o meno che sia) vi dice che dovete controllare la mente e meditare senza pensare a nulla, voi domandatevi se riuscite a non pensare proprio a niente per almeno 10 secondi: è possibile? No? E se ci riusciste, a cosa servirebbe? A isolarvi dal mondo dove vivete e dove il vostro corpo risiede 24 ore su 24?

IMMERSI NEI PENSIERI
Non necessariamente dobbiamo fare qualcosa nelle ore in cui non dormiamo e non abbiamo impegni. Quando mangiamo, spesso chiacchieriamo con i nostri amici o parenti, e da questo punto di vista è meglio del mangiare standosene immersi ognuno nei propri pensieri, zitti, forse con il muso arrabbiato, imbronciato, triste e sofferente.
Siamo tristi e arrabbiati perché viviamo ad occhi chiusi.
Siamo il terrore: dal terrore sprofondiamo nella profonda paura. e poi nell' ansia, e da qui nel nervosismo, e poi nela paura, e di nuovo nel terrore, e ancora nel nervosismo.
Sguazziamo da una pozzanghera all' altra, senza capire che stiamo cambiando posto, forse posizione, ma siamo sempre lì. Così come il fango non puoi toglierlo completamente dalla pozza con l' utilizzo delle mani, così non puoi evitare per tutta la vita la sofferenza fisica e la morte.

MEDITIAMO SUL CORPO FISICO
Quante volte, in questi ultimi giorni, vi siete fermati, seduti e, nel caso siate fondamentalmente sani, avete goduto della vostra salute?
Quante volte, in questi ultimi giorni, vi siete fermati, seduti e, accarezzato il vostro petto, respirando, avete appreso consapevolmente che i vostri polmoni vi stanno permettendo di essere ancora in vita?
Dimentichiamo di esistere. Dimentichiamo di avere.
E invece viviamo ricordando che in futuro, forse, non esisteremo, passando il tempo a ricordarci, costantemente, delle cose che ci mancano.

Sediamoci, chiudiamo gli occhi, respiriamo come meglio preferiamo e, sempre con gli occhi chiusi, massaggiamoci ogni parte del corpo. Ringraziamole godendo del loro perfetto funzionamento (se non è perfetto ma ci tiene in vita, dobbiamo comunque ringraziarlo due volte perché, seppur malaticcio, ci sta sostenendo, tenendoci in vita). 
Non necessariamente dobbiamo evitare di fare altro, di cantare, di ballare, di allenare il nostro fisico, ma necessariamente dobbiamo fermarci e ricordarci di essere vivi.

Il passato non c'è più, è iniziato e terminato in quel momento.
Il futuro non c'è ancora, e non può ancora farci del male.

Fermiamoci. Rilassiamoci. Respiriamo.




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