Il Buddhismo e il vegetarianismo

 


Uno degli argomenti che ho affrontato nel mio libro "La felicità è nelle tue mani" è il vegetarianismo nel Buddhismo.
Leggendo sui social e in web, alcune persone riportano le parole del Buddha nel sutra
Mahaparinirvana Sutta nel quale il Buddha affermava che in nessun caso bisognava cibarsene ma, se prendiamo il Jivaka Sutta, leggiamo che il Buddha non condannava chi mangiava della carne.
Cerchiamo di essere precisi e consultare i testi ricordando che ognuno ha e deve avere la libertà di scelta sulla propria alimentazione senza sentirsi giudicato per data scelta.

MAHAYANA E THERAVADA
Il Mahaparinirvana Sutra il cui nome completo è Mahāyāna Mahāparinirvāṇa sūtra, è un testo che ci è giunto in frammenti e dunque è incompleto ma la cosa importante da sapere è che fa parte del Buddhismo Mahayana.

Per chi non lo sapesse, alla morte del Buddha si crearono diverse correnti di Buddhismo dopo la scissione del sangha a causa di dissidi all' interno del sangha. Si può trovare un passo nello Jantu Sutta (Samyutta Nikaya 2.25) dove, tempo dopo dalla morte del Buddha, « i bikkhu erano disattenti, arroganti, agitati, oziosi e con la mente confusa ».
I Buddha-sasana (o Dhamma Vinaya), ovvero gli insegnamenti originari del Buddha storico, furono "presi in carico", esattamente com'erano stati esposti, dai monaci più anziani mentre i più giovani iniziarono a volersi distaccare perché alcuni insegnamenti non erano così facili da accettare.
Ad esempio vi era il concetto di vacuità (sunyata): secondo il Buddha ogni elemento esistente (essere vivente e non) è privo di un sè separato, e quindi anche l' essere umano non ha un' anima altrimenti, se l' avesse, crollerebbe l'insegnamento della vacuità perché un' anima (che passa da un corpo all' altro) è un sè separato.
Il Buddhismo Mahayana, che discende da un distaccamento dal Buddhismo originario (dalla scuola Vibhajyavada), ha riformato il dogma sulla vacuità denominandolo "yinian sanqian" portando alla creazione del dogma sulla reincarnazione dell'anima (idealizzato dalla cultura occidentale).

Ci sono tantissime "scuole" Buddhiste che si sono differenziate dall' insegnamento di Siddhartha: ci sono quelle che hanno apportato alcune modifiche e diverse aggiunte (Buddhismo Mahayana, Vajrayana, Tiantai, Buddhismo Chan, Buddhismo Tendai, etc...) a quelle che insegnano pratiche e dogmi completamente diversi (Buddhismo Nichiren, Soka Gakkai, etc...).

Elencare tutte le varie differenze richiederebbe troppo spazio ma sappiate che il Canone Pali, la raccolta di oltre 10.000 sutra che riportano gli insegnamenti del Buddha storico Siddhartha Gautama (o Siddhattha Gotama, in lingua pali), deriva dai Sthaviravada dal quale discende il Buddhismo Theravada ("sthavira" e "thera" significano anziani, perché fu la corrente dei monaci più anziani della comunità di Siddhartha il Buddha).

COSA DICE IL BUDDHA IN MERITO AL MANGIARE CARNE NEL CANONE PALI?
Nel Dhammapada (Sutta Pitaka - Kuddhaka Nikaya 2) troviamo una serie di pensieri esposti in poesie.
In quelle dalla 129 in poi troviamo pensieri relativi all' odio. Una di queste afferma che tutti gli esseri viventi hanno paura della violenza e della morte: comprendendo ciò, si smetterà di esser causa di sofferenza per un qualsiasi essere vivente, uomo, pianta o animale.
Nella sezione Udana, contenuta nel Khuddaka Nikaya, troviamo due sutra in merito a questo argomento.
In uno (il Danda Sutta), il Buddha passa vicino a dei bambini che stanno tormentando un serpente con un bastone e spiega loro che anche il serpente sente la sofferenza. Nell' altro (Kumaraka Sutta) Siddhartha e i bikkhu vedono altri bambini (un po' più grandi) che stanno pescando: il Buddha spiega che anche gli animali, inclusi i pesci, provano dolore.

È nel Jivaka Sutta, contenuto nel Sutta Pitaka (Majjhima Nikaya 55) del Canone Pali che troviamo una risposta più precisa.
Il racconto si svolge nella città di Râjagaha.
Jîvaka, il grande medico del Buddha e del sangha, chiede se è vero che il Buddha mangia carne di animali ammazzati proprio per lui e chiede se sia giusto mangiarne. Il Buddha gli risponde di aver fatto regola ai suoi bhikkhu di non condividere nessuna carne il qual animale sia stato ucciso appositamente per loro.
Il Buddha spiega (anche in altri sutra del Canone Pali che si ritrovano soprattutto nei sutra del Digha Nikaya) che un bhikkhu non deve mostrare alcuna premura per il cibo né mostrarsi avido nel mangiarlo anzi, deve mangiare pensando di aver accettato questo pasto solo per sostentare il suo corpo, al fine di proseguire nella via della liberazione.
Se, durante la questua, un abitante di un villaggio donava loro del cibo contenente carne, il Buddha invitava a mangiarlo con rispetto sia perché non era gradito rifiutare del cibo donato sinceramente da una persona, sia perché quel cibo poteva esser l'unico a disposizione e quella persona si era privata del suo cibo per darlo ai monaci sia perché rifiutando la carne non si poteva riportare in vita l' animale barbaramente ucciso (al tempo non esisteva l' anestesia).
Al contrario, se una persona affermava di voler uccidere un animale per donarlo come cibo ai bikkhu, il Buddha invitava a rifiutare questo omaggio (e quindi, la carne), utilizzando il dialogo compassionevole per spiegare la sofferenza provocata ad un animale perché tutte le persone dei villaggi venivano a conoscenza della dieta vegetariana dei monaci e del Buddha.

Termino con l' Ahina Sutta (Anguttara Nikaya 4.67) dove troviamo una specie di canto d' amore verso gli animali. Il canto nasce dopo che un bikkhu riferisce al Buddha della morte di un monaco dopo il morso di un serpente:

« Sono colmo d’amore universale verso tutti gli animali striscianti, i quali non mi faranno del male.
Sono colmo d’amore universale verso tutti i bipedi, i quali non mi faranno del male.
Sono colmo d’amore universale verso tutti i quadrupedi, i quali non mi faranno del male.
Sono colmo d’amore universale verso tutti gli esseri del regno animale, i quali non mi faranno del male.
Possano tutti gli esseri striscianti non recarmi danno.
Possano tutti i bipedi non recarmi danno.
Possano tutti i quadrupedi non recarmi danno.
Possano tutti gli esseri del regno animale non recarmi danno.
Possano tutte le creature, tutti gli esseri viventi
essere liberi dalla sofferenza ».

CONCLUSIONE
L' insegnamento del Buddha, trasportato ai giorni d' oggi, è facilmente applicabile.
Se un vostro famigliare, amico o collega/datore di lavoro vi invitasse a pranzo/cena, e voi siete vegetariani, dovreste informarli spiegandone (se volete) le vostre ragioni senza colpevolizzare chi mangia carne. Questo per esser coerenti con la vostra scelta di vita.
Se invece qualcuno vi offrisse del cibo contenente carne non sapendo o non ricordando della vostra scelta di vita, rifiutarlo è come se un monaco avesse rifiutato il cibo offerto da un abitante del villaggio dove si era recato a mendicare.

La vera Consapevolezza non colpevolizza, ma spiega.
Non impone le idee, ma ascolta
Non urla di avere in mano una verità, ma trasmette agli altri la compassione.

Namasté
 

Leggi GRATUITAMENTE l'anteprima del libro e scopri dove e come ordinarlo al link

 

Commenti

  1. Bella e molto dettagliata spiegazione sul vegetarianismo insegnato nel buddismo. Quanto segue è completato da modi per rifiutare di consumare carne a un banchetto.

    Personalmente, per il mio menù giornaliero, preferisco mangiare le verdure piuttosto che la carne.
    Anche tu?.
    O sei un vegetariano puro?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Himawan Sant, e grazie per il tuo commento.

      L' articolo è nato da una discussione in un gruppo social sul Buddhismo dove alcuni (nello specifico, vegani) condannavano pesantemente chi seguiva il Buddhismo ma mangiava carne.

      Io ho sempre mangiato un po' di tutto però poi ho provato per un paio di anni la dieta vegetariana e vegana evitando il più possibile, in contemporanea, i cibi troppo salati e troppo dolci (come anche quelli confezionati).
      Una cosa che ho notato è che il senso del gusto ritorna quello originario: è come se consumare cibo "pesante" (con troppo zucchero e sale) anestetizzasse la capacità di percezione del gusto.

      Attualmente mangio tutto ma se debbo mangiare a casa e cucinare io, prediligo verdure (crude e, se dovessi cuocerle, meglio cotte il meno possibile per non disperdere le proprietà nutritive) e legumi.

      Elimina
  2. Il tuo post è stata una buona e interessante lettura, certo non condivido tutti i pensieri esposti ma apprezzo la tua pacata e non invasiva esposizione.
    Ciao fulvio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Fulvio.

      Se vuoi, puoi esporre il tuo punto di vista in merito.
      Segui il Buddhismo?

      Elimina

Posta un commento

Scrivi un tuo commento.
La moderazione è attiva solo per commenti spam (phishing/ link a siti con virus) e commenti volgari.