Thoreau e la Disobbedienza Civile: quando, con una tassa, stai pagando un genocidio
« Se la legge fa di te un complice dell'ingiustizia che viene inflitta a qualcun altro, allora, io sostengo, INFRANGI LA LEGGE. Infatti io ritengo che noi dobbiamo essere anzitutto degli uomini e solo in secondo luogo dei sudditi. Per questo non è auspicabile coltivare il rispetto per la legge, quanto piuttosto il rispetto che ci è stato comandato per la legge non scritta. Quando il ricatto e lo sfruttamento si organizzano, allora io dico: noi non vogliamo tollerare oltre questo meccanismo di oppressione. ».
Queste sono le parole di David Henry Thoreau nel suo scritto Disobbedienza civile (1849), in origine da lui intitolato "Resistenza al governo civile" che altro non era che la trascrizione di una lezione tenuta da Thoreau nel febbraio del 1848 davanti al Concord Lyceum dal titolo The Rights and Duties of the Individual in Relation to Government. Dopo la sua morte il saggio fu ristampato col titolo di Civil Disobedience (Disobbedienza civile), con il quale è diventato famoso in tutto il mondo.
INDIPENDENZA E LIBERTÀ A CONTATTO CON LA NATURA
David Henry Thoreau nacque il 12 luglio 1817 a Concord, un comune degli Stati Uniti d'America sito nello stato del Massachusetts. Si laureò ad Harvard nel 1837 e in seguito ai suoi studi sviluppò un forte interesse nei confronti della poesie greca e romana, della filosofia orientale e della botanica.
Nutrì grande interesse ed amore nei confronti della natura e dedicò molte delle sue giornate ad esplorare i boschi e a raccogliere informazioni dettagliate su piante ed animali. Fu seguace di Ralph Waldo Emerson e fu una delle figure di spicco del movimento trascendentalista: Thoreau fu il primo pensatore a rendere evidente il contrasto tra la piena realizzazione di ogni individuo e una società tecnologicamente organizzata concependo uno stile di vita in profondo contatto con la natura.
Nella primavera del 1845 si recò nella foresta vicino le rive del lago di Walden, a Concord. Usando un’ascia presa a prestito abbatté alcuni pini bianchi per ricavarne legname con cui costruirsi un’austera dimora nella quale visse per due anni, due mesi e due giorni.
Si insediò stabilmente nella nuova casa il 4 luglio e la scelta della data, il giorno della Dichiarazione d’Indipendenza, non fu casuale in quanto, con l’abbandono della civiltà e della vita sociale organizzata, realizzava quella che era effettivamente la sua massima aspirazione: divenire indipendente dalla società e dal governo.
L’esperienza al lago Walden ispirò la scrittura di Walden, ovvero La vita nei boschi (1854), un'opera a metà strada tra il saggio filosofico e il diario che oggi viene unanimemente considerata tra i classici della letteratura americana.
Il suo fu un esperimento e una vera e propria prova di sopravvivenza insieme ad una testimonianza all'umanità: l'uomo riesce a vivere anche in condizioni di povertà materiale, e anzi, da queste può trarre una maggior felicità imparando ad apprezzare maggiormente le piccole cose.
«Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, » riporta nel suo scritto « affrontando solo i fatti essenziali della vita, per vedere se non fossi riuscito a imparare quanto essa aveva da insegnarmi e per non dover scoprire in punto di morte di non aver vissuto. Il fatto è che non volevo vivere quella che non era una vita a meno che non fosse assolutamente necessario. Volevo vivere profondamente, succhiare tutto il midollo di essa, volevo vivere da gagliardo spartano, per sbaragliare ciò che vita non era, falciare ampio e raso terra e riporre la vita lì, in un angolo, ridotta ai suoi termini più semplici.»
RESISTENZA AL GOVERNO CIVILE
Però, il suo scritto più famoso, come detto, è Disobbedienza civile, un opuscolo pubblicato nel 1849 nel quale viene teorizzata l'idea dell'opposizione non violenta contro i governanti.
Nel 1846 Thoreau rifiutò di pagare la tassa (poll-tax) che il governo imponeva per finanziare la guerra schiavista al Messico, da lui giudicata moralmente ingiusta e contraria ai principi di libertà, dignità e uguaglianza degli Stati Uniti. Per questo fu incarcerato per una notte e liberato il giorno successivo quando sua zia (contro il suo volere) pagò la tassa per lui.
L'esperienza in prigione la raccontò anche nello scritto "Walden, ovvero La vita nei boschi" (1854):
« Un pomeriggio, verso la fine della prima estate [che abitavo nel bosco], quando mi recai in paese per ritirare una scarpa dal calzolaio, fui arrestato e messo in prigione, perché, come ho raccontato in un altro scritto, non avevo pagato una tassa o riconosciuto l'autorità dello Stato che, fuori del Senato, compra e vende uomini, donne e bambini, come bestiame. Mi ero ritirato nel bosco per altri motivi. Ma, dovunque una persona vada, altri lo perseguiteranno e lo acchiapperanno con le loro oscene istituzioni e, se possono, lo costringeranno ad appartenere alla loro pazzesca setta di persone strampalate e irregimentate. È vero, avrei potuto resistere con la forza con risultati più o meno buoni, avrei potuto inveire e fare il pazzo contro la società; ma ho preferito che la società si comportasse da pazza contro di me, essendo essa dalla parte della demenza. Ad ogni modo, fui rilasciato il giorno seguente, ritirai la scarpa che era stata riparata, e ritornai nel bosco in tempo per un pranzo di mirtilli sulla collina di Fair-Haven. ».
David Thoreau era un convinto antischiavista, per tutta la vita scrisse e tenne conferenze contro la schiavitù, specialmente dopo l’approvazione, nel 1850, della Fugitive Slave Law che obbligava gli ufficiali del Nord a catturare e restituire gli schiavi fuggiti dal Sud. Egli stesso aiutò alcuni fuggitivi e ritenne sempre assurdo che una corte di tribunale potesse decidere in merito alla libertà o meno di un uomo.
Thoreau credeva fermamente nei diritti dell’individuo e proprio la convinzione che ogni persona dovesse rispettare prima i dettami della sua coscienza piuttosto che le leggi di un determinato governo lo portarono a elaborare le idee dello scritto Disobbedienza Civile (oltre che ad avere problemi con la legge).
« Non sono venuto a questo mondo innanzitutto per farne un buon posto nel quale vivere, ma per viverci, buono o cattivo che esso sia. Un uomo non deve fare tutto, ma qualcosa; e poiché non può fare tutto, non è comunque necessario che debba fare qualcosa di sbagliato.» scrive in Disobbedienza civile.
Thoreau condannava il governo statunitense perché ammetteva l’istituto della schiavitù e perché si impegnava in una politica imperialistica di espansione, la cui diretta conseguenza fu la guerra col Messico e i mezzi furono la schiavizzazione dei "negri" (al tempo la parola non era un'offesa ma un termine filospagnolo, "nero", per indicare persone non di pelle bianca considerate dai bianchi inferiori, e quindi da schiavizzare e usare come forza-lavoro, come fossero animali dei campi).
Per dissociarsi completamente da questi indirizzi politici egli si rifiutò di pagare le tasse governative sostenendo che il pagarle era sinonimo di assenso per la condotta del governo, per la qual cosa fu anche arrestato.
Morì a 44 anni alle nove di mattina del 6 maggio 1862, a causa della tubercolosi, dopo circa un anno di sofferenze fisiche. Non si sposò, né ebbe dei figli.
Quando sentì avvicinarsi la fine della sua vita consolò la madre, la sorella e gli amici con queste parole:
« È meglio che le cose finiscano... Sì, questo è un bel mondo, ma fra poco ne vedrò uno ancor più bello». Alla zia, che gli chiedeva se si era messo in pace con Dio, rispose: « Non mi sembra di averci mai litigato ».
LA DISOBBEDIENZA CIVILE
Con lo scritto "Disobbedienza civile" (1849), Thoreau partì dal tema base della lotta contro lo schiavismo, in appoggio all'abolizionismo, ovvero quel movimento sorto negli Stati Uniti d'America prima e durante la guerra di secessione (1861-1865) che si batteva per abolire le leggi che schiavizzavano i negri, per incentrarsi sul rapporto cittadino-governo dove il rispetto della legge deve essere assente quando la legge è ingiusta.
Thoreau propone una "resistenza passiva" alle leggi e alle imposizioni ingiuste sostenendo l'idea rivoluzionaria e anarchica di rifiutarsi di eseguire azioni o comportamenti che non condividiamo, rifiutando così ogni sostegno a governo che vuole imporli con ogni mezzo.
Il Mohāndās Karamchand Gāndhī e Martin Luther King fecero della non violenza la linea guida della loro azione, e oggi la Disobbedienza civile è considerato una sorta di manuale della protesta sociale pacifica, un saggio importantissimo in un'epoca dove è sempre attuale il rapporto e la lotta tra governanti e governati.
Negli ideali di Thoreau si intuisce un pensiero vicino all'Anarchia solo che egli non propone un'immediata distruzione dello Stato, ma una fase intermedia dove i cittadini divengono consapevoli della loro identità e della giustizia. Effettivamente, abolire lo Stato senza rendere la popolazione consapevole della realtà e di cosa sia giusto, genererebbe solo caos mentre l'Anarchia è ordine, pace, giustizia e uguaglianza. Per Thoreau « il governo migliore è quello che meno governa », speranzoso che fosse attuato il prima possibile, arrivando a concludere che « Il governo migliore è quello che non governa affatto ».
ALCUNE PARTI DI TESTO DAL SUO SCRITTO
« Deve il cittadino - anche se solo per un momento, od in minima parte - affidare sempre la propria coscienza al legislatore? Perché allora ogni uomo ha una coscienza? Io penso che dovremmo essere prima uomini, e poi cittadini. Non è desiderabile coltivare il rispetto della legge nella stessa misura nella quale si coltiva il giusto. Il solo obbligo che ho diritto di assumermi è quello di fare sempre ciò che ritengo giusto. Si dice abbastanza correttamente che una corporazione non abbia coscienza; ma una corporazione costituita da uomini di coscienza è una corporazione con una coscienza.
La legge non ha mai reso gli uomini neppure poco più giusti; ed anzi, a causa del rispetto della legge, perfino gli onesti sono quotidianamente trasformati in agenti d'ingiustizia. Un risultato comune e naturale del non dovuto rispetto per la legge è il seguente, che potresti vedere una fila di soldati, colonnello, capitano, caporale, soldati semplici, trasportatori di esplosivi, tutti che marciano verso le guerre in bell'ordine, per monti e valli, contro la propria volontà, ahimè, contro il proprio buon senso e le proprie coscienze, cosa che rende la marcia molto faticosa, e che produce una palpitazione del cuore. Essi non hanno dubbi sul fatto d'essere coinvolti in un maledetto pasticcio; sono tutti uomini d'animo pacifico. E ora, cosa sono? Uomini? oppure fortini e depositi di armi ambulanti, al servizio di qualche potente senza scrupoli?
"Visitate l'arsenale, e prendete un "marine", ecco l'uomo che il governo americano riesce a creare, ecco come può ridurre un uomo con la sua magia nera - una mera ombra, un vago ricordo d'umanità, un uomo ancora vivo e già, si potrebbe dire, sepolto sotto le armi con tanto di corteo funebre. »
« La massa degli uomini serve lo Stato in questo modo, non come uomini soprattutto, bensì come macchine, con i propri corpi. Essi formano l'esercito permanente, e la milizia, i secondini, i poliziotti, i posse comitatus, ecc.
Nella maggior parte dei casi non v'è alcun libero esercizio della facoltà di giudizio o del senso morale; invece si mettono allo stesso livello del legno e della terra e delle pietre, e forse si possono fabbricare uomini di legno che serviranno altrettanto bene allo scopo. Uomini del genere non incutono maggior rispetto che se fossero di paglia o di sterco. Hanno lo stesso tipo di valore dei cavalli e dei cani. Tuttavia persino esseri simili sono comunemente stimati dei buoni cittadini. Altri, come la maggior parte dei legislatori, dei politici, degli avvocati, dei ministri del culto, e dei funzionari statali, servono lo Stato principalmente con le proprie teste; e, dato che raramente fanno delle distinzioni morali, sono pronti a servire nello stesso tempo il diavolo, pur senza volerlo, e Dio.
Pochissimi, come gli eroi, i patrioti, i martiri, i riformatori in senso elevato, e gli uomini, servono lo Stato anche con la propria coscienza, e dunque per la maggior parte necessariamente gli si oppongono; e sono comunemente trattati da esso come nemici. Un uomo saggio sarà utile soltanto come uomo, e non si sottometterà ad essere "argilla", né "ad otturare un buco per non far entrare il vento", ma lascerà questo compito alle sue ceneri. »
« Mi costa meno in ogni senso incorrere nella pena prevista per la disobbedienza allo Stato di quello che mi costerebbe obbedire. Mi sentirei come se valessi meno in tal caso. ».
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