La violenza chiama altra violenza. La storia del principe Dighavu

 


C'è una storia nel Canone Pali Buddhista che narra di un giovane principe di nome Dighavu, figlio del Re Dighiti del regno del Kosala.

Un giorno, il Re Brahmadatta del Kasi, il regno confinante con il Kosala, marciò contro Re Dighiti con il suo esercito, vincendo la guerra e sottraendo tutte le proprietà, l'esercito, l'oro e altri oggetti preziosi, il cibo e gli animali del Regno del Kosala. Il Re Dighiti e sua moglie riuscirono a fuggire nascondendosi nel regno del Kasi camuffati da povera gente comune.
Qualche anno dopo Re Dighiti e sua moglie diedero alla luce un maschio e lo chiamarono Dighavu. I tre vissero come mendicanti nel regno del Re Brahmadatta. Quando questi seppe che i due ex imperatori erano ancora vivi ed erano nel suo regno, ordinò di catturarli, legarli e farli marciare davanti al popolo per le vie della città.
Il principe Dighavu, che crebbe con i genitori, fu condotto fuori la città quando divenne abbastanza grande per imparare un mestiere e farsi una vita lontano da lì. Un giorno decise di tornare nella città e fu in quei giorni che vide i suoi genitori, legati e con il capo rasato, seguire quel calvario per le strade che lo avevano visto crescere. Volle intervenire ma il padre Re Dighiti che lo vide nella folla, urlò prima che questi potesse uscire allo scoperto svelando all'esercito del Re Brahmadatta che lui era suo figlio:

« Mio caro Dighavu non avvicinarti, non farti vedere, non vendicarti di questo.
La vendetta non paga mai.
L’odio non si combatte con l’odio.
L’odio si combatte con l’amore ».

Dopo, i due coniugi furono uccisi.
Dighavu, nascondendo la sua discendenza dal Re Dighiti, con il passare degli anni riuscì a entrare tra gli uomini del Re Brahmadatta come addestratore di elefanti e servitore di corte. Meditava vendetta per l'uccisione dei suoi genitori.

Un giorno l' imperatore si recò a caccia e chiese di esser accompagnato solo da Dighavu che ottenne le sue attenzioni grazie al suo lavoro e alla sua dedizione.
Dopo ore di cammino, Re Brahmadatta disse di volersi riposare, così si accamparono in un bosco: il Re cadde in un sonno profondo. A quel punto Dighavu estrasse la spada di Brahmadatta, deciso a togliergli la vita per vendicarsi dell'uccisione operata sui suoi genitori: tentennò parecchio, e infatti il Re si svegliò, restando terrorizzato dal vedere il ragazzo armato, pronto ad ucciderlo. Brahmadatta implorò pietà. Il giovane principe si ricordò delle parole del padre e non uccise il Re.
Tornati a corte, il Re Brahmadatta non solo risparmiò la vita a Dighavu, ma ordinò al suo esercito di non ucciderlo. Inoltre, gli restituì tutto ciò che rubò dalle terre del padre e, infine, gli diede in moglie sua figlia.

In questo sutra viene spiegato che se Dighavu avesse ucciso gli assassini dei suoi genitori, i famigliari degli assassini avrebbero ucciso lui, e i suoi famigliari (di Dighavu) avrebbero ucciso i famigliari degli assassini, proseguendo in una continua violenza senza fine. La violenza chiama violenza è il messaggio del sutra.
Se avesse ucciso il Re Brahamadatta, non avrebbe avuto indietro i suoi genitori ma avrebbe ricevuto l'odio e la vendetta dell'esercito del Re e dei suoi famigliari.

La violenza chiama sempre la violenza e sinché non ci si ferma, questa continuerà a sporcare gli animi delle persone.

LA VIOLENZA È NORMALE?
Nel mondo attuale, nelle società degli esseri umani, la guerra e i genocidi senza alcuna guerra in atto sono quasi normalità. Si parla di persone morte come fossero foglie cadute da un albero. Se si pensa che quando muore un solo nostro caro familiare noi sprofondiamo nella tristezza, pensate come dovremmo sentirci quando sono migliaia le persone che muoiono, quando sono state uccise con la volontà di mettere fine alla loro vita, e quando a morire sono dei bambini che non hanno alcuna colpa se non quella di avere la loro vita in mano a degli adulti sciagurati, idioti e assassini.

Domandiamoci se la violenza è divenuta una cosa normale.Siamo stati volutamente drogati di violenza con i film così da sopportare in modo... "normale" qualsiasi uccisione che dovrebbe invece indignarci sino al midollo.

Tutto ciò non ha senso.
Tutto ciò è orribile.
Tutto ciò dovrebbe finire, oggi stesso.... ORA.


La storia del principe Dighavu è tratta dal sutra "Dighavu-Kumara Vatthu"
dal Canone Pali Buddhista
Vinaya Pitaka - Khandhaka – Mahavagga 10,23-20

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