BDS: il movimento di Boicottaggio nei confronti di Israele riesce a colpire Carrefour. Ecco le imprese italiane e straniere che sostengono il genocidio in Palestina

 


BDS (Boycott, Divestment and Sanctions) è un movimento per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro l'occupazione e l'apartheid israeliane creato nel 2005 costituito da associazioni e gruppi in tutta Italia che hanno aderito all'appello della società civile palestinese promuovendo campagne e iniziative a livello nazionale e locale.
Il movimento BDS sostiene la parità di diritti per tutte e tutti e perciò si oppone ad ogni forma di razzismo, fascismo, sessismo, antisemitismo, islamofobia, discriminazione etnica e religiosa.

BDS è un movimento a guida palestinese per la libertà, la giustizia e l'uguaglianza. Il BDS sostiene il semplice principio che i palestinesi hanno gli stessi diritti del resto dell'umanità.

Israele occupa e colonizza la terra palestinese, discrimina i cittadini palestinesi di Israele e nega ai profughi palestinesi il diritto di tornare alle loro case. Ispirato al movimento anti-apartheid sudafricano, l'appello del BDS esorta ad agire per fare pressione su Israele affinché rispetti il diritto internazionale.

Il BDS è oggi un dinamico movimento globale composto da sindacati, associazioni accademiche, chiese e movimenti di base in tutto il mondo. Dal suo lancio nel 2005, il BDS sta avendo un grande impatto e sta sfidando efficacemente il sostegno internazionale all'apartheid e al colonialismo d’insediamento israeliano.

COSA SI INTENDE PER BOICOTTAGGIO, DISINVESTIMENTO E SANZIONI?


BOICOTTAGGIO
prevede il ritiro del sostegno al regime di apartheid israeliano, alle istituzioni sportive, culturali e accademiche israeliane complici e a tutte le aziende israeliane e internazionali coinvolte nelle violazioni dei diritti umani dei palestinesi.

Le campagne di DISINVESTIMENTO
sollecitano le banche, i consigli locali, le chiese, i fondi pensione e le università a ritirare gli investimenti dallo Stato di Israele e da tutte le aziende israeliane e internazionali che sostengono l'apartheid israeliano.

Le campagne di SANZIONI
fanno pressione sui governi affinché adempiano ai loro obblighi legali di porre fine all'apartheid israeliana, e non aiutino o assistano il suo mantenimento, vietando gli affari con gli insediamenti israeliani illegali, ponendo fine al commercio militare e agli accordi di libero scambio, nonché sospendendo l'appartenenza di Israele a forum internazionali come gli organismi delle Nazioni Unite e la FIFA.

L'EFFICACIA DEL BOICOTTAGGIO
La dimostrazione dell'efficacia delle azioni coordinate e mirate è nelle conseguenze a carico del colosso francese Carrefour.
Carrefour-Israele ha sostenuto i soldati israeliani che partecipano al genocidio dei palestinesi a Gaza con doni di pacchi personali, mentre Carrefour Francia ha taciuto su questo fatto.
Nel 2022, Carrefour ha stretto una partnership con la società israeliana Electra Consumer Products e la sua controllata Yenot Bitan, entrambi coinvolti in gravi violazioni dei diritti umani contro il popolo palestinese, traendo profitto dall’occupazione illegale. Le prove dimostrano anche che c'è almeno una filiale a marchio Carrefour in un insediamento illegale nei territori palestinesi occupati.
Carrefour ha anche ricevuto prestiti da quattro grandi banche israeliane complici e ha stabilito una partnership partnership con sei start-up israeliane complici ad alta tecnologia che si occupano di intelligenza artificiale, sicurezza informatica e altro.
Inoltre Carrefour vende prodotti Made in Israel.

Nel 2024, la campagna di boicottaggio di BDS a livello globale ha portato alla chiusura dell'intera attività di Carrefour in Giordania e Oman e ha contribuito al crollo drastico dei profitti netti di Carrefour (meno 50% rispetto al 2023).
Come conseguenza, quest'anno, Carrefour, ha ceduto tutti gli ipermercati e supermercati dell'intera rete al gruppo italiano New Princes.

A questo link
https://bdsitalia.org/index.php/la-campagna-bds/risorse-bds/2909-guida-al-boicottaggio
i dettagli sulle aziende boicottate, le motivazioni e il volantino da condividere.
Qui il volantino in PDF
https://bdsitalia.org/images/PDFs/BDS_volantino_prodotti_03-2025_FRONTE_RETRO.pdf

A quest'altro link, invece, Il Fatto Alimentare riporta un lunghissimo elenco delle imprese italiane che commercializzano con Israele
https://ilfattoalimentare.it/gaza-prodotti-italiani-israele.html
Il direttore del quotidiano alimentare, Roberto La Pira, scrive
« L’Italia oscilla tra dichiarazioni di condanna e una politica commerciale in costante crescita, che continua a sostenere le esportazioni di cibo e bevande verso Israele. Nulla di illegittimo, ma resta aperta una domanda: che senso ha celebrare l’eccellenza della cucina italiana a Tel Aviv, mentre a poche decine di chilometri si consuma una tragedia umanitaria senza precedenti? ».

Prosegue spiegando che « interrompere la commercializzazione di prodotti alimentari verso un Paese che porta avanti un genocidio alla luce del sole è un segnale di vicinanza al popolo palestinese ».
Il boicottaggio non ferma immediatamente la strage, ma smuove le coscienze e, se operata in modo mirato, colpisce il settore che tiene in piedi uno Stato: l'economia.
« Fare mancare nei supermercati e nei ristoranti israeliani i nostri prodotti non fermerà la strage, » prosegue « ma è un modo per fare capire agli israeliani che affamare e annientare  un popolo è un gesto inumano. Per le aziende alimentari italiane interrompere le esportazioni di prodotti italiani potrebbe essere un modo per fare sapere di non essere complici. » conclude.


Link
• Il colonialismo d'insediamento e l'apartheid in Israele - BDS Italia
• Cos’è il BDS - BDS Italia


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Twitter: @bdsitalia

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