Il mito dell' Uomo Invincibile



La mentalità che si è costruita, nel corso dei secoli, con l' evoluzione della società è di vergogna dell' esser deboli.
Mostrare di esser in difficoltà e di aver bisogno di aiuto è sinonimo di debolezza. « È indecente chiedere aiuto o mostrare di non saper reggere agli urti! ». È questo ciò che ci viene insegnato da piccoli anche se, nella maggior parte dei casi, non riusciamo a capire quando noi (o gli altri) siamo deboli e quando no. A volte ci crediamo forti, ma siamo solo nascondendo la debolezza dietro un finto ruggito.

Accade di aver scoperto un proprio errore e di non volerlo ammettere di fronte agli altri. Si inizia mostrando i denti e puntando il dito contro chiunque tranne verso sè stessi: questa è debolezza.
Accade di optare per scelte non desiderate solo per lo scopo di tirar fuori il proprio coraggio (da mostrare agli altri) anche se non si è sicuri di intraprendere quelle strade: questa è debolezza.
Accade di non voler mollare nonostante si stia perseguendo uno scopo che non ci stimola più, che ci è di danno, che ci causa sofferenza: questa è debolezza.

Già, ma allora cos'è la forza?
La forza di ammettere di aver sbagliato, di non mostrare la propria superiorità sugli altri, di comprendere che ci si sta facendo del male, di gridare a sè stessi e al mondo che si ha bisogno di aiuto.
Nel mondo non esiste un individuo che sia forte in ogni istante della sua vita e questo può sembrare una sciocchezza ma solo perché c'è chi è molto bravo a non mostrarlo agli altri ma non a sè stesso. Quando si è soli con la propria mente, si analizza la situazione e, se si vuole, si può ammettere cosa ci blocca, cosa ci ferma e ci fermerà, e cosa ci dà la forza di esser forti (o almeno a provare di esserlo in qualche momento della giornata).


Cresciamo con il mito dell' Individuo Invincibile: ci hanno cresciuto dapprima con il credo di un Dio potente e infallibile (che non sbaglia mai) che può far tutto, e dopo, con le storie dei personaggi dei fumetti o dei cartoni animati (o manga, che dir si voglia) che, da autentiche schiappe, si trasformano in supereroi fantastici, anch' essi, infallibili.
Chi di noi non ha mai sognato di esser un supereroe di un film, di un fumetto o di un cartone animato? Chiunque! E, sicuramente, avremo anche pensato come utilizzare i nostri superpoteri.

Pensiamo così che sia indispensabile non sbagliare, non cadere, non mostrare ferite, ma soprattutto non mostrare agli altri di esser così deboli da perdere, da esser sconfitti.
È davvero così giusto farci carico di tutti i problemi possibili sino ad esserne schiacciati? È davvero così imprescindibile cercare di nascondere la nostra debolezza? È davvero così giusto deridere o giudicare un perdente chi si ferma, si arrende e chiede aiuto?

Bisogna provarci prima di arrendersi, questo è un dato di fatto. E questo perché è bene imparare a cavarsela da soli ideando i modi migliori per affrontare un problema.
Dovremmo capire la nostra natura, i nostri punti forti, i nostri punti deboli senza darci colpe, senza dimenticare che, prenderci cura di noi stessi - anche chiedendo aiuto - non è egoismo, ma altruismo (verso noi stessi). Come possiamo prenderci cura degli altri se siamo feriti?
Dovremmo curare le nostre ferite e proseguire non per mostrar d' esser invincibili e ottenere l' ammirazione altrui, ma per capire quali sono i nostri limiti (superiori e inferiori) e quando, per noi, è necessario chiedere aiuto, una mano per rialzarci. Certo, possiamo farcela da soli, ma non avremo un premio per esserci riusciti da soli.

Non dobbiamo cercare di esser invincibili, ma cercare di esser noi stessi.
Non dobbiamo sopportare cose che non ci vanno bene, ma cercare di capire perché non ci vanno bene determinate cose e inseguire cosa ci fa bene (e non danneggia gli altri).

Credere di esser forti collezionando una serie di finte vittorie è la stessa cosa di credere di esser deboli non attivandosi per paura delle sconfitte.

Non veniamo al mondo per diventare i più forti, i più bravi, i più famosi, i più intelligenti, i più ricchi del pianeta, ma per vivere la vita nella felicità senza togliere la felicità agli altri. Che siamo deboli o forti, l' importante è che siamo felici.



Lapenna Daniele

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