La tecnologia che divide


Quante volte avrete visto una scena del genere in un locale pubblico? Forse voi stessi eravate uno dei due ragazzi dell'immagine: concentrati a rispondere a qualche amico/famigliare/collega non presente in quel momento lì con voi ma presente nella vostra testa.

Estraniarsi dal mondo circostante ignorando la persona che si ha davanti.

Sembra niente di grave, « Il tempo di rispondere e lascio il telefono ». No. Non è così che funziona.

Non abbiamo bisogno di aggiornarci delle notizie 24 ore su 24: non siamo giornalisti.
Non abbiamo bisogno di tenerci in contatto con chi è lontano da noi quando ignoriamo chi abbiamo davanti.
Non abbiamo bisogno di illuderci di esser presenti mentalmente a ciò che stiamo facendo adesso se la nostra mente è catturata e distratta da qualcos'altro.

Abbiamo bisogno di vivere le persone e gli eventi che abbiamo davanti, tutti i giorni.
Abbiamo ridotto le distanze con la tecnologia ma l'umanità, l'empatia e la capacità di ascoltare le persone vicine si è allontanata.

Siamo sempre in tempo per adagiare lo strumento tecnologico e guardare negli occhi chi abbiamo davanti.
Lo faremo per noi, per capire chi abbiamo davanti, e lo faremo per l'altro, che sarà lieto, felice e rincuorato di esser ascoltato e, magari, compreso.

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