La paura di vivere


Bisogna insegnare ai figli che nella vita esistono anche le cose brutte, oppure no?

Poco tempo fa suscitarono scalpore le parole (se non erro) di un preside di una scuola elementare che disse ai bambini che Babbo Natale non esisteva. Ovviamente i genitori esplosero in indignazione. "Ovviamente" non perché sia stata giusta la loro reazione, ma perché i genitori di oggi, come e più di quelli di ieri, sono esageratamente iperprotettivi con i loro figli.

"SOFFOCARE" PIÙ CHE PROTEGGERE
Negli ultimi anni è esplosa, tra la gente, la meteo-dipendendenza: non si esce di casa senza aver prima consultato le previsioni del tempo. Contemporaneamente (ed esageratamente) gli enti locali lanciano le "allerte meteo" gialle, verdi, azzurre, e poi chiudono scuole e uffici pubblici appena appare una nuvola in cielo. Come spesso accade, uscirà poi il sole o cadrà una pioggia che diluvio non è e che vedrà, bambini e ragazzi, gironzolare per strada anziché essere a scuola. E i genitori? Beh, quelli sono contenti perché i loro figli sono salvi da una catastrofe.

Ricordo un giorno alle elementari. Siamo a inizio anni '90. Già allora accadeva che piovessero veri e propri diluvi, però si andava comunque a scuola: grembiule, cappotto, ombrello e si andava!
Quel giorno, il cielo diventò scurissimo e si alzò un vento fortissimo. Vedevamo l'albero esterno piegarsi (la classe era al piano terra), ma non eravamo così spaventati. Alla fine, con la fortissima pioggia, l'albero cadde e il giorno dopo fu abbattuto.

Il piacere di vedere le difficoltà. Il brivido del pericolo.

Oggi i genitori, specie le madri, trattano i loro figli come se fossero di porcellana e non sanno che fanno il loro danno: cosa accadrà quando scopriranno che la vita non è solo fiori, colori e pupazzetti? Cosa accadrà al primo intoppo o al primo fallimento? Cosa accadrà quando dovranno affrontare, da soli, una difficoltà?

La protezione eccessiva crea insicurezza e un genitore che protegge eccessivamente un figlio lo fa solo perché egli stesso è insicuro. È debole, impaurito e, anziché dar forza al figlio, lo trae a sé stesso, portandolo nella sua buia grotta piena di terrore. « Là fuori è pericoloso: sta' qui con me, al sicuro ». In realtà è lui, il genitore, a non sentirsi al sicuro e, trattando il figlio come fa un bambino con il suo peluche, gli si appiccica per trarne forza e sicurezza.
Questa morbosità è purtroppo (per il genitore) solo un modo del genitore-bambino di farsi coccolare dal proprio figlio, pensando che il figlio sia la sua sicurezza e che la vita esista solo se ci sia il proprio bambino.

PAURA DI VIVERE
Aver paura dei problemi e delle difficoltà significa aver paura di vivere. Soffocare i propri figli/famigliari/amici/colleghi perché si è incapaci di prendere in mano la propria situazione significa vivere nella paura costante. Ai figli si trasmetterà la paura, ai famigliari/amici/colleghi ci si mostrerà deboli, dipendenti e inconcludenti.

E invece è bello insegnare che sono proprio le difficoltà a tirar fuori, in noi, quella forza primordiale che teniamo nascosta. Paolo Vallesi, nella sua canzone, la chiamava "La forza della vita", la "forza più testarda che c'è in noi, che sogna e non si arrende mai".

Quando il cielo diverrà scuro e si starà preparando la pioggia, dite ai vostri figli che pioverà, che la pioggia porta la vita, che a volte può sembrar troppa, ma che, come qualsiasi cosa del mondo, sia bella ma soprattutto brutta, è sempre passeggera.

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