Dare e ricevere

Solitamente quando si è d'accordo nel ritenere che fornire un aiuto sia necessario, quasi indispensabile, è perché noi stessi ne abbiamo bisogno ma, se siamo sul lato opposto, sull'altra riva, al sicuro e senza pericoli alle spalle, solitamente restiamo indifferenti.
Vivere arroccati per timore di perdere ciò che si ha come se chi abbia meno fosse un pericolo per noi, è un atteggiamento di chi vive nel pieno della paura e, aggiungo, lontano dalla realtà.

Ciò che siamo oggi è frutto delle esperienze passate vissute e i nostri atteggiamenti e risposte alle situazioni odierne sono dovuti alla parte mentale che conserva i risultati delle azioni del passato.
Se ad esempio più di una persona ha abusato della nostra fiducia, oggi siamo restii a dare una mano e pensiamo, inevitabilmente, che chi ci chiede una mano è un impostore, qualcuno che vuole solo approfittare della nostra bontà per risollevarsi. Ed è così che ci chiudiamo agli altri.

Ricordiamo che è importantissimo vivere secondo il motto
"Dai senza pensare di essere in credito. Ricevi senza pensare di essere in debito". Pensare all'obbligatorietà di una gratificazione per un dono (qualsiasi esso sia, materiale o immateriale) effettuato ad altri, è credere che si debba fare tutto solo per ricevere qualcosa indietro.
È anche vero che dare è importante, ma il ricevere esiste perché esiste il dare.
Come la bella metafora che usava spesso il buon Thich Nhat Hanh, ogni bastone ha ed avrà sempre una parte destra e una sinistra: lo potrai spezzare più e più volte ma avrà sempre una destra e una sinistra. Se una parte è il dolore e l'altra la sofferenza, se una parte rappresenta il dare e l'altra il ricevere significa che uno esiste perché esiste l'altro: non esiste buio senza luce, né luce senza buio.

Rifiutare di aiutare o, perché no, di ricevere un aiuto, è libera scelta e non è azione giudicabile se non solo da noi stessi (a meno che vogliamo agire senza pensare minimamente alle implicazioni e conseguenze delle nostre azioni).
Che sia giusto o meno la nostra azione/non-azione solo noi, dal nostro punto di vista, possiamo affermarlo ma ciò che è certo è che ogni situazione è diversa, ogni individuo anche, anche se i risultati, spesso, sono quasi uguali.

L'errore da non compiere è agire sempre allo stesso modo e reagire alle situazioni simili sempre alla stessa maniera. Abbiamo una dignità, un nostro valore intrinseco, un'energia interiore che, seppure collegata energeticamente a tutte le altre, è contenuta in noi stessi e merita attenzione, cura, perdono.
Il primo e indispensabile aiuto da dare è a noi stessi perché se non aiutiamo noi stessi non potremo riuscire nelle nostre imprese.

Ci sono persone che non vogliono aiuto, altre che lo richiedono e poi lo rifiutano, altre ancora che te lo strappano con l'astuzia per fuggire appena si rimettono in sesto, e altre che te lo danno e poi lo pretendono a loro volta. C'è chi ti mostra gratitudine, chi getta all'ortiche l'aiuto, chi ritorna perché sa che sarai sempre a disposizione, chi dona sperando di ricevere un aiuto in cambio in futuro, e chi dona per non voler nulla in cambio.

Mai donare pensando di esser indispensabili.
Mai dare tutto sé stessi per perdere completamente le energie perché una batteria sfruttata al massimo in una sola volta diventa scarica e inutile.
Centellinare è auspicabile.

Un tale diceva "Ognuno è utile. Nessuno è indispensabile.".

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