...solo se hai qualcosa da dire

 

Vi è mai capitato di restare in silenzio sapendo cosa dire, ma essendo certi che sarebbero state parole sprecate? Avete mai pensato che, se non avete niente da dire, è meglio starsene zitti?

Tempo fa una persona, in merito alla pubblicizzazione dei miei libri, mi consigliò delle "vie" da perseguire e, evitando quelle costose (pubblicità su radio, giornali, etc..), mi disse che bastava tenere aggiornata ogni giorno, più volte al giorno la propria pagina social, facendo sì che i lettori/seguaci della pagina fossero continuamente catturati da ogni contenuto pubblicato. Fu lì che io gli chiesi « Ma, se non ho nulla da scrivere, cosa scrivo? » e questi mi rispose « Qualsiasi cosa. Basta pubblicare! ».
La presi a ridere e, dopo qualche giorno nel quale ripubblicavo vecchi pensieri e poesie già pubblicate, mi fermai: se non ho nulla da scrivere, perché scrivere?

Rispondendo anche ad altre persone, sono solito ricordare che agisco in base a ciò che ho visto nella mia vita, cosa ho compreso e cosa penso sia giusto.
Ho ripensato a delle persone incontrate una volta sola nella mia vita, e il fatto che mi siano rimaste impresse anche nei minimi particolari negli anni a seguire significa che è bastata una piccola chiacchierata, o una giornata passata insieme o addirittura un momento fuggente dove si sono incrociati gli sguardi a lasciare quella persona nella memoria a lungo termine, non dimenticandola più.
Non sono serviti lunghi e tediosi discorsi, né continue chiacchierate o costanti presenze, ma è bastato un momento di gioia o una frase stupenda per imprimerli all'interno della propria mente,... per sempre.

È stato molto spesso il mio modus operandi, alternato a momenti di estrema loquacità verbale e scritta dove esplodevo le mie idee che ritenevo (e ritengo) non debbano esser tenute solo per me. Ma se non ho niente da dire e da scrivere, non lo faccio.

Vedo la società odierna improntata sul futile chiacchiericcio, le pagine social cariche di contenuti, spesso stupidi e inutili, gettati in pasto alle fauci delle persone ogni cinque minuti, il costante desiderio di occupare la mente di parole, immagini e suoni nel tentativo di distrarre, di disoccupare la mente dai pensieri duri, difficili, sofferenti e pericolosi, un modo di deviare il naturale silenzio della mente che chiede quiete.

Che sia sui social o nella vita reale, troppo spesso è bene parlare (o scrivere) solo quando si ha la necessità di farlo, quando si ha qualcosa da dire, quando la voglia interiore ci conduce a comunicare altrimenti, nella foga di tentar di emergere sopra il pelo dell'acqua, ci capiterà di non riuscire a respirare neanche lì, nonostante l'aria sia piena di ossigeno.

Il silenzio della mente fa esplodere il palloncino pieno di chiacchiericcio, ci rende realmente vivi, ci fa smettere di distrarci e, come quando ci massaggiamo una parte dolente, ci causerà immediato sollievo.

La Natura si agita per autogenerarsi, cammina per diffondere la vita e poi si ferma per conservare le energie. Niente è in costante movimento, e nulla è sempre fermo.



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