Come snaturare l'unicità della propria identità

 

Quando un non religioso evidenzia l'atteggiamento dei religiosi durante le messe, si cade spesso nell'ilarità. Ricordo quell'immagine ironica postata su un social che vedeva i fedeli in chiesa e la frase (che la si faceva dire dal prete) "In piedi. Seduto. In piedi. Seduto. Croccantino." per sottolineare l'obbedienza, da parte degli stessi, simile a quella mostrata da un cane, e il fatto che tutti facciano la stessa cosa, come fossero ammaestrati. Ma cosa succede nelle altre religioni?

SNATURARE L'IDENTITA' DI OGNI INDIVIDUO
Il Buddhismo, come già spiegato ampiamente anche nel mio libro "La felicità è nelle tue mani, non è nato come religione  nel senso preciso del termine: nessun Dio da venerare, nessun dogma da seguire, nessun Paradiso, nessun Inferno. Si trattava di una Via (la Via di Mezzo) atta a estirpare la sofferenza da noi stessi, dagli altri e quindi dal mondo intero. Leggendo la storia del Buddha Siddhartha e poi tutto il Canone Pali Buddhista, ho iniziato a vedere chiaramente le similitudini con le altre religioni e soprattutto lo snaturare l'identità di ogni individuo.

Siamo tutti uguali? No.
Quindi, perché dobbiamo renderci tutti uguali?

Quando vediamo immagini o video di comunità buddhiste (ma anche leggendo la storia del Buddha), ritroviamo i monaci vestiti tutti allo stesso modo, che siedono composti alla stessa maniera, che, quando mangiano, non parlano, non mangiano avidamente, ma mangiano le stesse cose, della stessa quantità, in assoluto silenzio come fossero.... robot.
Sostenere si tratti di una pratica di meditazione volta al raggiungimento di un livello spirituale elevato è per me una forzatura perché nessuno di noi è identico a qualcun altro.

SOTTO L'INFLUSSO DI DIVERSI FATTORI
Anche se molti negano, l'evidenza della realtà è che siamo sotto l'influsso degli astri e di tantissimi altri fattori.
Il posizionamento dei pianeti del Sistema Solare, così come la posizione della Luna e la fase lunare in atto (e in che zona del cielo si trovi), come l'energia emessa dal Sole, influiscono sulla nostra energia. Anche il giorno, l'ora e il luogo di nascita determinano la nostra identità e, se a questi aggiungiamo anche il tipo di genitori che si è avuto (se si è stati cresciuti da loro), l'esperienza personale, e ciò che ci hanno trasmesso gli antenati (vedi transgenerazionale e Sindrome degli Antenati), comprendiamo bene che siamo totalmente diversi uno dall'altro.

Dunque, perché amalgamarci, omologarci e snaturarci a tal punto da forzare la nostra indole a cambiare in qualcosa che, forse, non è in linea con il nostro modo di essere?
Astrologicamente parlando, farei fatica a vedere un Gemelli seduto, fermo, che ascolta il Buddha, che non fiata, o un Toro che mangia quella manciata di riso in bianco con curry a mezzogiorno per poi rimangiare il giorno dopo, o un Sagittario che deve restare chiuso in un monastero per decenni, o un Acquario che deve "obbedire" alle regole monastiche anche se ritenute non proprio corrette.

LA STANDARDIZZAZIONE È UNA BESTEMMIA
Ritengo totalmente innaturale vedere decine e decine di persone vestite allo stesso modo, sedute allo stesso modo, ferme allo stesso modo. Ci sono persone che non riescono a tenere troppo l'attenzione, chi vorrebbe muoversi ogni tanto, chi vorrebbe mangiar di più e chi vorrebbe dividere il cibo con altri.
Senza parlare degli insegnamenti.

Come ho già scritto in un altro post ("Siamo simili, ma pur sempre tutti diversi") non esiste alcun metodo che sia adatto per tutti. Nessuno.
Che si tratti di meditazione o altro, non siamo uguali e quindi non possiamo applicare a noi stessi un metodo utilizzato da un'altra persona. Certo, dobbiamo provarci e capire com'è, ma dovremmo innanzitutto capire come siamo, cosa ci piace, cosa non ci piace e quindi comprendere se il seguire quel metodo sia per noi una forzatura, una costrizione e/o una privazione della nostra libertà di azione e di pensiero.
La mania della società odierna di standardizzare qualsiasi cosa è totalmente errato e la considero una sciagura. Come si può creare un modello unitario uguale per tutti se siamo tutti differenti?

Tornando ai monaci, andrei da quelli che vivono nei monasteri e vorrei uscissero da lì per provare a vivere e lavorare, almeno per un anno, in una città civilizzata e caotica.
Riuscirebbero a tenere la presenza mentale? Riuscirebbero a restare pacifici e non arrabbiarsi? Accetterebbero così facilmente i cambiamenti improvvisi e l'ineluttabilità degli eventi e le reazioni delle persone stressate che vivono in società?

Per questo argomento magari scriverò un post prossimamente...

Commenti

  1. Ciao carissimo, come va? 🤗 E' da un po' che non ci sentiamo, e approfitto per mandarti il mio saluto affettuoso. Noi bene, nonostante le virulenze, e speriamo di continuare così. Commenterei anche, ma fa troppo caldo e sudo pure a pensare... 😊
    Perciò alla prossima, con un fortissimo abbraccio! 🤗🤗🤗

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    Risposte
    1. Oh, ciao Cecco! Io bene. Avevo un po' abbandonato il blog, scrivendo un post una volta ogni tre mesi (come la bolletta dell'acqua), e se mi connetto mi dedico a vedere dei (sani) documentari su YouTube.
      Tu come stai? Ti trovo in forma (e ho la supervista alla Superman)!

      Un abbraccione a te!

      Elimina

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