I buchi del passato


Ognuno di noi ha dei "buchi" nella propria vita passata, fossi più o meno profondi che a volte dimentichiamo e altre volte non riusciamo proprio a dimenticare. Si tratta di eventi che hanno segnato il nostro passato e che sono ancora memorizzati, in modo indelebile, sulla nostra lavagna del tempo.

Un passato in cui è mancata (fisicamente o affettivamente) una o entrambe le figure genitoriali, una delusione amorosa, il distacco da una persona amata, una perdita economica o materiale, una violenza subìta, o anche un evento all'apparenza normale che però è stato vissuto come un trauma, ad esempio un figlio che cresce.
Tutti questi e tantissimi altri tipi di eventi sono dei buchi, delle fosse che vivono solo nel nostro passato ma che, quando non siamo totalmente consapevoli, riportiamo nel presente tentando di riempirle con azioni attuate nell'oggi.

A OGNUNO IL SUO FOSSO
Partiamo dall'ultimo degli esempi citati: un figlio che cresce. Come può trattarsi di un... trauma?

È da sempre accaduto e accade ancora che molti genitori procreino per colmare un vuoto: il bambino che nasce diviene un sostegno morale che copre una delusione amorosa, l'assenza affettiva del coniuge o di un genitore scomparso troppo presto. Prendersi cura del bambino equivale - nella mente del genitore - a prendersi cura di sé stessi. Ci si sente utili, indispensabili per qualcuno (il figlio) e per questo, quando il figlio cresce e diviene autonomo (può mangiare da solo, uscire con gli amici, prendere le decisioni in modo indipendente), il genitore inizia a sentirsi inutile, non più indispensabile e fondamentale per il proprio figlio. Così, questo evento, che dovrebbe essere sempre una bellissima cosa, si trasforma in un trauma, in un fosso.

Il distacco da una persona cara è un altro trauma come lo è l'assenza affettiva di un genitore. Quest'ultima, poi, si protrae nel tempo tanto da costituire una delle problematiche più pesanti per una persona. Ognuno lo vive alla sua maniera ma, in tutti i casi, l'assenza o la presenza dannosa di un genitore creano un fosso molto profondo che resterà vuoto per decenni.

RIEMPIRE PER COLMARE IL VUOTO INTERIORE
Si cresce e si dimenticano, o meglio, si crede di dimenticare queste fosse dolorose pensando di non avere alcuna mancanza interiore. Poi ci si accorge che si va in cerca di un partner per colmare quel buco di affetto non ricevuto da piccoli. Badate bene: si cerca e si raccoglie affannosamente affetto per riempire un vuoto del passato

C'è chi pensa sia normale, sia ovvio e sia persino giusto ma, ragionandoci almeno qualche minuto, per colmare il vuoto creato dall'assenza di affetto di un genitore nel proprio passato non ci vorrebbe forse, oggi, l'affetto di un genitore presente e non l'affetto di una persona qualunque che colmi quell'assenza?
Oppure ci vorrebbe lo stesso genitore (se in vita) che si comporti in modo diverso rispetto al passato?

Se ci fermiamo a pensare ai rimorsi, ai rimpianti e alle delusioni del nostro passato, troviamo un lungo elenco di buchi che non abbiamo mai riempito e che vorremmo chiudere definitivamente. Non bisogna chiuderli con la terra mancante perché non è possibile: se la fossa è stata creata sulla spiaggia, e noi non abbiamo della sabbia perché sono passati decenni e ci siamo spostati di luogo, possiamo chiuderla con della terra, dei sassi, dell'immondizia ma... DOBBIAMO CHIUDERLA.

CHIUDERE LA FOSSA PER CHIUDERE CON IL PASSATO
Chiudere una mancanza del passato non significa riempirla con un sostituto del presente ma vedere quel fosso come una vecchia foto: possiamo forse cambiare il nostro vestito del compleanno di 20 anni fa? Certo che no. Possiamo sorridere e ricordare che, in quell'anno, per noi era un bellissimo vestito e quindi quella foto ci ricorda i nostri gusti di ieri. Questo significa coprire il fosso: riempirlo con l'accettazione per non caderci più dentro.

Se queste fosse non vengono riempite, ogni volta che ci passeremo vicino, ci cadremo dentro. Chi ci tirerà fuori se solo noi conosciamo l'esistenza di queste buche? Possiamo parlarne con qualcuno così magari potrà gettarci una corda e tirarci su.

C'è chi dice che il passato non esiste, che è solo un insieme di azioni che abbiamo fatto e basta, il passato non è un luogo che si può raggiungere come in "Ritorno al futuro", c'è chi afferma che il passato è importante e vada ricordato, chi dice che va dimenticato.
La nostra memoria dimentica difficilmente perché se basta una situazione di oggi per tirare fuori un ricordo dimenticato, significa che il passato è nella nostra mente e lo sarà sino alla nostra morte.

Imparando a ricordarlo sempre in modo positivo, ogni volta che tornerà a farci visita non ci farà più del male. Noi non cadremo più in quelle buche che, sì, resteranno lì, forse vuote, forse piene, ma non avremo più il bisogno di riempirle con azioni del presente perché sappiamo dove sono e sappiamo come camminarci vicino per non caderci più dentro.

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