Perché i personaggi spirituali sono sempre maschi? Quando l'Illuminata è una donna
La realtà, così come prosegue a spiegare, è che ogni individuo, uomo o donna che sia, ha in sé il seme della buddhità, ovvero il seme che se innaffiato con la Consapevolezza conduce al Risveglio, ovvero a quel livello spirituale che permette di vivere le emozioni e le situazioni della vita in modo che si trascenda la sofferenza, ovvero smettendo di agire con la mente oscurata dall'inconsapevolezza.
Oggi il ruolo della donna dal punto di vista religioso e spirituale è molto avanti rispetto al passato, infatti le donne ricoprono dei ruoli di importanza, possono seguire un percorso spirituale e ottenere delle onorificienze quasi al pari degli uomini. Scrivo quasi perché, così come accade ancora anche in tutte le altre religioni, e quindi anche nel Buddhismo, nessuna donna può divenire Capo Spirituale tanto che ad esempio tutti i Dalai Lama del Buddhismo Tibetano sono stati e saranno (ancora per molto tempo) degli uomini.
Jetsunma Tenzin Palmo (foto a sinistra), nata come Diane Perry in Inghilterra nel 1943 (qui la sua biografia) più di dieci anni fa ha aperto un monastero grazie a dei fondi raccolti e oggi insegna a oltre cento monache.
Nel febbraio 2008 ricevette il raro titolo di Jetsunma ("Venerabile Maestro") dal 12° Gyalwang Drukpa, Capo del lignaggio Drukpa Kagyu, in riconoscimento dei suoi successi spirituali come monaca e dei suoi sforzi nel promuovere lo status delle praticanti femminili nel buddismo tibetano. Eppure, così come spiega lei stessa, il Dalai Lama ancora non ha approvato quel cambiamento che tante Venerabili Maestre buddhiste attendono da secoli: il ruolo di comando.
Tenzin Palmo, inoltre, per 12 anni (dai 33 ai 45 anni) visse in una grotta, isolata, in completa solitudine, in un ritiro che è addirittura superiore (di durata) a quello di altri monaci maschi.
UN GRADINO INDIETRO
Nelle religioni Deiste (quelle dove la fede si basa sul culto di una Divinità) come il Cristianesimo, l'Ebraismo e l'Islam la donna, così come i loro testi ancora oggi santificati riportano (basta solo leggerli), era solo un mezzo per procreare, una persona peccaminosa e tentatrice, da sottomettere oppure da santificare (solo per raccogliere fedeli femmine) ma sempre un gradino al di sotto delle figure maschili. Oggi le cose non sono cambiate visto che il Capo della Chiesta Cristiana Cattolica (il Papa), dopo duemila anni, è ancora e sarà sempre un maschio.
Tenzin Palmo racconta che le prime monache che entravano in un monastero buddhista, alla domanda "Qual è per te l'ostacolo principale?" rispondevano "bassa autostima e mancanza di fiducia". La monaca buddhista spiega che le stesse ragazze erano convinte di essere inferiori intellettualmente agli uomini e di non poter mai raggiungere i loro livelli spirituali.
Il punto, invece, è che la donna ha ostacoli biologici più che sociali che l'uomo non ha e, quando riesce a giungere al Risveglio, meriterebbe un'onorificienza anche superiore a un qualsiasi "Venerabile" Maestro uomo proprio per questi ostacoli che un maschio non ha.
BIOLOGICAMENTE E SOCIALMENTE DIVERSI
Sì perché vogliamo forse dimenticare il fatto che per decenni, ogni mese, e specialmente in certi periodi della vita (anni prima e dopo la fine naturale del ciclo mestruale) di una donna il suo corpo subisce degli "scombussolamenti" ormonali che intaccano la capacità di quiete rendendo difficile un controllo della propria serenità interiore?
Io sono un uomo e non posso saperlo, per questo ho voluto ascoltare e comprendere le sensazioni delle donne che hanno iniziato a praticare la meditazione seguendo le pratiche di rilassamento e consapevolezza interiore.
« In quel periodo del mese è impossibile essere in pace come un Buddha. Ma che ne sapeva Siddhartha del ciclo mestruale?! » è una frase che mi è rimasta impressa e che, se lì per lì ci ha colto a ridere, subito dopo ci ha portato a ragionare su una questione che è molto più complessa di quanto si possa immaginare.
Un'altra mi disse « L'uomo è molto spesso un maiale [metaforicamente parlando, riferito ovviamente alla sfera sessuale] e quindi se nell'antichità i monaci tenevano lontano le donne è perché erano loro stessi a cercarle e a farsi tentare, quindi meglio non averle tra i piedi! ». Via la tentazione, via il problema. Facile per i monaci del Buddha, no?
Almeno nelle società occidentali e orientali ricche, e solo circa dalla metà del secolo scorso, la donna ha acquisito diritti che oggi si acquisiscono dalla nascita ma che, nel passato, era inconcepibile possederli.
Una donna era costretta a procreare e a badare a tutti i figli ma anche al marito, era minacciata se tentava di disobbedire o di rifiutarsi dallo svolgere degli obblighi familiari, e tutto ciò non poteva che rendere impossibile anche solo un approccio alla pratica spirituale a meno di non crearsi una famiglia e vivere in qualche monastero.
Un uomo poteva isolarsi, meditare, raggiungere la suprema saggezza e divenire un maestro per tutti. Ma una donna? Quale maschio, con la mentalità di "individuo superiore) sarebbe divenuto discepolo di un guru donna?
E se quindi fosse stata una donna a ottenere l'Illuminazione? Si tratta solo ("solo" è riduttivo) dell'azione distruttiva del culto della Dea Madre per instaurare una società "fallo-centrica" oppure c'è dell'altro?
FINE PRIMA PARTE
Continua....
La storia delle bikkhuni illuminate, le monache che raggiunsero l'Illuminazione
https://thubtenchodron.org/1999/12/enlightenment-women/
Jetsunma Tenzin Palmo: il ruolo delle donne nel Buddhismo
(è possibile attivare i sottotitoli in diverse lingue, italiano incluso)
Jetsunma Tenzin Palmo: affrontare la depressione
(è possibile attivare i sottotitoli in diverse lingue, italiano incluso)
Commenti
Posta un commento
Scrivi un tuo commento.
La moderazione è attiva solo per commenti spam (phishing/ link a siti con virus) e commenti volgari.