Essere avanti

 


"Essere avanti" cosa significa?

Indipendentemente dal tipo di cultura sociale e familiare con la quale entriamo in contatto sin da piccoli, partiamo sempre da un livello primordiale acerbo, dai gradini più bassi e non levigati, così curiosi e vogliosi di scoprire il mondo.
Proseguiamo nel cammino iniziando a sentirci invincibili per poi gettarci, più o meno inconsciamente, in avventure ed esperienze sempre nuove per esplorare il mondo,... e noi stessi.

Si progredisce nel senso che comprendiamo la vita, il modo di rapportarci agli altri togliendo i veli della falsità accettando la realtà, apprendiamo delle ingiustizie e delle bruttezze del mondo ma anche di ciò che c'è di bello, e come goderne. In questo modo, affrontando le situazioni e imparando dalle conseguenze si evolve, si cambia, si procede verso una direzione precisa: la maturazione personale.

Quando, dopo aver percorso molta strada, ci si volta indietro, vediamo come eravamo prima: immaturi, spesso troppo irruenti, ignoranti (nel senso di ignorare le conseguenze delle nostre azioni), non propensi ad accettare la verità.
Quando scopriamo che molte persone intorno a noi sono vicine fisicamente ma, a ben analizzare, sono  lontane di "evoluzione personale", capiamo che sono rimaste indietro mentre tu sei andato avanti.
Non è megalomania o assenza di modestia ma una constatazione dei fatti.

Come si può, invero, camminare per molti anni e non imparar nulla dalle esperienze vissute?
Come è possibile esser avanzato di percorso ma esser rimasto indietro di atteggiamento?


Essere avanti significa aver lasciato dietro il nostro vecchio Sè, quel Sè che non rappresenta altro che un'accumulazione di esperienze, di cose lette e ascoltate, di consigli recepiti e ignorati, di insegnamenti che ci hanno inculcato per educazione familiare e/o scolastica, di fatti che ci hanno causato ferite e di altri dove siamo stati noi a ferire qualcuno.
Siamo avanti perché ci siamo evoluti, modificati dal tempo e dallo spazio, coscienti di aver abbandonato stradafacendo dei nostri pezzi, come la pelle di un serpente, creandone ogni volta una nuova, una nuova pelle utile dopo le esperienze vissute.
Il mondo intorno a noi cambia così come l'essere umano modella e modifica continuamente la società ma adattarsi a questi cambiamenti non significa necessariamente evolvere, come il non accettare certi cambiamenti non significa esser rimasti indietro.
Ecco perché è difficile definire cosa significa Essere avanti.

Per me, Essere avanti significa aver acquisito determinate capacità come
- l'aver smesso di perder tempo a "convertire" le persone;
- spendere più tempo ad ascoltare che a parlare;
- aver smesso di categorizzare le persone (e i gruppi di persone), gli ambienti, il tempo, le azioni;
- non attaccarsi a un singolo evento ma valutare il Tutto nel complesso;
- accettare che a ognuno càpita il suo destino, che ora siamo qui a ridere e soffrire, ma poi domani balzeremo altrove, qualsiasi altro luogo lontano da questo.

Guardarsi indietro serve per capire dove siamo arrivati e non rimpiangere mai quel che eravamo perché, senza certe esperienze, non saremmo quel che siamo oggi. Io non scambierei mai la mia età odierna, con tutte le esperienze al seguito, con quella di 20 anni fa. Perdere ciò che ho appreso per la giovinezza e la possibilità di "risistemare" il passato? Ma anche no!

Se, oggi, siamo in questa vita, in questa nostra famiglia, in questa precisa società, in questo esatto momento storico è perché c'è un motivo: comprenderlo o meno non è importante perché potremo intuirlo o scovare una serie di prove per trovarlo, ma non ne avremo mai la certezza.

Mentre proseguiamo nel nostro cammino forse saremo soli, con la maggioranza ancora dietro, gonzi dell'esser ancora lì, ma a noi non importa.
A volte ho creduto che sarebbe stato meglio non esser stato così avanti perché qui, avanti a molti, si comprendono cose pesanti, terribili, dure, mentre, come disse un tale, lo stolto non è cosciente del suo stato e, anche se causa danni alle persone vicine, non capirà mai la causa, quindi non soffrirà per aver conosciuto la verità. Lo stolto ride, si accontenta delle briciole come i piccioni, non vede troppo avanti ma vede molto indietro, non vede la vera causa della sua sofferenza e ignora le sofferenze altrui.

Lo stolto è felice, perché non sa niente di niente e niente su niente.

Forse, però, è meglio essere avanti. Avere un po' di consapevolezza delle proprie azioni potrà diminuire (non evitare) conseguenze spiacevoli a noi ma anche agli altri.
Essere avanti è pur sempre un vantaggio perché vedi le cose prima degli altri, ma è una grande responsabilità. Come scriveva Khalil Gibran nel suo "il Profeta":

« Voi camminate insieme, come in processione, verso il vostro Io divino.
Siete la via e i viandanti.
E quando qualcuno di voi cade,
cade a favore di chi sta dietro di lui:
un ammonimento della presenza della pietra che è all'origine dell'inciampo.
Sì, e cade per chi gli sta davanti che,
sebbene abbia piedi più veloci e sicuri,
non ha tutta via rimosso quella pietra ».

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