Perché invidiare anziché augurare il bene?

 

Quando si agisce sempre allo stesso modo, e lo si fa per anni, si crederà sia giusto agire così conducendo l'abitudine a non farci più cambiar strada, anche se questa è quella sbagliata.

Nel mondo moderno è così facile augurare il peggio agli altri, anziché il bene, e ogni giorno ascoltiamo e leggiamo auguri delle peggior cose. Perché ci si comporta così?
La risposta immediata è « Perché sono cattivi! ». Io, invece, risponderei « Perché non sono felici », aggiungendo « e non lo sanno neanche ».

Se avete sperimentato, almeno una volta nella vita, la vera felicità (sottolineo, vera), saprete che è un sentimento così genuino, così bello, così meraviglioso che vorreste lo provassero tutti: più persone felici significa meno persone tristi e quindi meno cattiveria, meno invidia.

Come si può augurare il peggio agli altri?

La sofferenza è alla base di ogni filosofia spirituale e non spirituale proprio perché, quando siamo tristi, stiamo male per la nostra condizione e quando vediamo qualcuno che è felice proviamo invidia, un sentimento che ci porta a non agire per il bene di noi stessi ma di danno agli altri secondo la domanda retorica « Perché lei/lui dev'essere più felice di me? Gli auguro di passare quello che sto passando io, così saprà cosa significa soffrire! ».

Una persona invidiosa è una persona sofferente, triste, indebolita dagli eventi cattivi, desiderosa di essere felice agendo non su sé stessi, ma sugli altri: togliere la felicità agli altri per essere tutti tristi. In pratica, è come se la persona felice fosse in volo e quella triste a terra: anziché provare a volare, magari chiedendo aiuto, si procede tagliando le ali a chi è felice così, essendo tutti a terra (tristi), nessuno sarà felice, e l'invidia sarà sconfitta: nessuna persona felice, nessuna invidia.
Un modo di agire stupido e triste.

C'è chi non comprende che il problema non è nella presenza di persone felici, ma nel non combattere per la propria felicità.

Nella società ho visto più volte questo augurare il peggio agli altri e, non entrando nel particolare, riporto solo che è davvero triste augurare il peggio a chi ha poco o niente, ed è veramente sconsolante che le persone ci si impegnino per creare sofferenza agli altri, anche quotidiane, anche per piccole cose.

La soluzione di base è sempre la stessa: l'empatia.
Se ricordassimo di avere, tra le tante capacità straordinarie dell'essere umano, quella dell'empatia, e la utilizzassimo con qualsiasi essere vivente, capiremmo meglio la sofferenza altrui e non saremmo mai e poi mai in grado di perpetrarla perché, caricandoci noi stessi di quelle sofferenze, non vorremmo mai che qualcun altro le provasse.


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