Accettare la potenza della Natura significa accettare l'Universo stesso


L'essere umano non può controllare l'azione della Natura, dell'Universo, e di tutti i suoi piccoli componenti.
La Natura crea e trasforma, distrugge e ricostruisce, modella e distrugge, ricrea e trasforma, tutto a suo volere.
L'essere umano che non accetta il decorso naturale dell'universo, è solo un individuo che si crede più potente di quel che è realmente e quando si accorgerà di esser impotente innanzi a tal situazioni, perderà il senno.

Il termine sanscrito kshanti presente nel Canone Pali Buddhista, può esser tradotto in italiano con "accettazione" o "tolleranza", e si tratta di una delle dieci Pāramitā*, ovvero le dieci qualità per divenire un bodhisattva.
Entrambi i termini sono adatti a spiegarne il significato perché il primo indica il prendere atto di una situazione, mentre il secondo ci porta a "sopportare" quel che è accaduto.

Sediamo vicino a fiume, e lo vediamo scorrere.
Ignorarlo significa dargli le spalle, non vederlo per quel che è, e supporre che ci sono istanti in cui si fermi, e altri in cui scorra, e attimi in cui il letto del fiume si svuoti.
Accettarlo (kshanti), significa guardarlo e prendere atto del suo scorrere impetuoso, inarrestabile, con le sue qualità positive, quando trasporta nutrimento per le piante e gli animali, e quelle negative, quando distrugge tutto ciò che incontra.

Non deve esser lo smettere di crederci invincibili come esseri umani, ma più l'accettare ciò che c'è, che abbiamo sotto gli occhi da millenni e che, nonostante tutta la sua spaventosa potenza, incontrollabilità e inarrestabilità, ci regala e ci toglie la vita.

 

*Le dieci Pāramitā: 

Dāna: generosità, altruismo; Sīla: retta condotta di vita; Naiṣkramya: rinuncia ai beni materiali; Pañña: saggezza/comprensione in merito alla vacuità (śūnyatā), impermanenza (anitya e il concetto di non-sé, anātman) e all'origine/esistenza della sofferenza (dukkha); Viriya: diligenza, impegno; Kshanti: tolleranza, sopportazione, accettazione; Satya: verità; Aḍḍhiṭhana: determinazione; Mettā: gentilezza amorevole, compassione; Upekkha: equanimità.


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